15 Mar

L’eternità: il tempo perenne

Oggi la vita è frenetica, perché viviamo all’interno di un sistema produttivo e tecnologico per cui siamo tenuti a fare molte operazioni insieme, con una certa organizzazione, che prevede di valutare il contingente, ma nella prospettiva del trascendente, del tempo dilatato, che vorremmo tendesse all’infinito, ma purtroppo tante volte non è così, e lo sprechiamo affannandoci e non stressandoci.

Il tempo è una dimensione (crono) legata allo spazio ed è uno dei parametri cardine su cui si fonda la nostra vita. L’eternità è invece il tempo perenne, che è detto in greco Kairos, cioè il tempo propizio: comunque sia il tempo, nella sua successione di momenti, che l’eternità, sono anche concetti di modalità di percezione della mente umana, e su questa dimensione a volte siamo portati a riflettere, anche e soprattutto a fini utilitaristici e pratici, per migliorare la qualità e la resa della nostra vita.

Cartesio, per esempio, affermava che il pensiero e l’essere fossero legati da una unità indissolubile, per cui un presupposto non potesse escludere l’altro: d’altronde nella nostra vita agiamo e pensiamo nel tempo, però è anche vero che il passato lo pensiamo nel presente e lo stesso futuro è una prefigurazione fatta nel presente di cui vogliamo anche godere, cercando di esserne consapevoli.

Dal punto di vista della religione cristiana, ravvisiamo l’inizio del tempo, come peraltro descritto nella Genesi, con l’inizio della creazione (vedi alcune teogonie) da parte di Dio e della coppia primordiale di Adamo ed Eva.

Prima di questo supremo atto, dovuto ad una sovrabbondanza d’amore di Dio, esisteva solo l’eternità di Dio stesso e dei suoi angeli. Dio instaura il tempo cronologico per mezzo del suo Spirito, e dà vita all’universo intero, facendolo passare dal caos primordiale all’ordine equilibrato e armonico, per mezzo del Verbo, in vista del quale tutto è stato concepito e creato.

Per quanto riguarda l’umanità, sappiamo dalla dottrina cristiana che essa verrà rinnovata in Cristo alla pienezza dei tempi, quando essa entrerà nell’eternità, che va oltre il tempo, trascendendolo: nella pienezza dei tempi, o parusia, avremo una dimensione di tempo, tendente ad infinito, che non ha più nessuna caratteristica rispetto al tempo presente, di cui in un certo qual modo è un superamento.

Dio, che è al di fuori del tempo, tutto vede e conosce e non è soggetto né alla morte né alla corruzione, né ancora al dinamismo delle cose reali, perché tutto muove, come diceva peraltro il filosofo greco Aristotele, rimanendo egli stesso fisso e immobile.

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