12 Apr

La Pasqua: il trionfo di Dio

Sant’Agostino stesso affermava, con una similitudine, che per l’uomo, essere finito, che si trova in una dimensione spazio-temporale, spiegare il dogma della Trinità presentava metaforicamente la stessa impossibilità di svuotare gli oceani con un semplice secchio: ne deriva che per ogni uomo, Dio medesimo è talmente grande nella Sua onnipotenza , da risultare un essere incomprensibile ed inarrivabile, quindi l’essere sommo e assoluto, che travalica ogni logica ed ogni tentativo di spiegazione esaustiva.

Quando si usa il termine Trinità si va incontro ad una comune contraddizione, nel senso che si deve affermare che Dio è al tempo stesso uno e trino, non potendo rendersi conto nell’ottica umana di come tutto questo sia possibile: viene subito da pensare con tali premesse che se è uno non può essere trino e viceversa.

Sul piano dell’assoluta trascendenza, Dio è l’essere che racchiude in sè tutte le perfezioni per cui è e non può essere diversamente: è una sostanza unica in tre persone o ipostasi distinte, in ognuna delle quali vi è la pienezza della divinità ed inoltre queste tre persone, nella pericoresi, sono in continua relazione d’amore e comunione fra di loro.

Nel corso dei secoli, si sono succedute diverse eresie prima di pervenire alla formulazione fissa e ufficiale del dogma della trinità, come lo conosciamo oggi e come peraltro è enunciato nel credo durante la liturgia domenicale Gesù, la seconda persona della Trinità, ovvero il Logos o Verbo incarnato, è Dio stesso ed è la parola inviata dal padre, in vista e in funzione della quale tutte le cose del mondo sono state create.

Lo Spirito che procede dal Padre e dal Figlio è colui che santifica e rinnova continuamente il creato.

Sulla base di altre eresie ancora, per esempio, Gesù era considerato come Dio, ma con una volontà propria e specifica di uomo, essendosi incarnato nella storia: tuttavia effettivamente sappiamo che Gesù obbedisce e si attiene alla volontà salvifica e redentrice del Padre, compiendo con il suo sacrificio sulla croce, il piano provvidenziale del padre stesso, soddisfando e glorificando con la Sua morte in croce, il Padre Eterno.

Il suo sacrificio sulla croce è anche espressione dell’adempimento delle Sacre Scritture, ma attendiamo che Egli ritornerà, nella parusia, nella gloria, quando l’umanità sarà redenta, e verrà ripristinata quella situazione di Eden o paradiso terrestre prima dello sconvolgimento causato dal peccato di Adamo ed Eva: infatti Cristo può essere considerato il nuovo Adamo che prefigura la pienezza dei tempi e il rinnovamento dell’universo, i cui primi accenni erano già stati previsti dagli antichi profeti e successivamente, nei secoli successivi, dai padri della Chiesa, Quando le Sacre Scritture saranno studiate da più aspetti e interpretati anche alla luce del pensiero filosofico.

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